Di Giacomo Marchionni
Anche chi non nutre un grande interesse per gli impianti stereo e gli apparecchi per la riproduzione della musica di alta fedeltà, è in grado di riconoscere un prodotto Bang & Olfusen anche se non ne ha mai visto uno prima. L’industria di cui parlo, all’inizio degli anni ’60, iniziò a consolidare una propria identità riconoscibile attraverso il design dei suoi prodotti. Le sue radio, i televisori e i telefoni sono risultati identificabili fin dall’inizio, e lo sono tuttora, grazie alle forme hi-tech e alla scelta accurata di finiture e grafica chiara e pulita. La combinazione di legno, alluminio satinato e acciaio inossidabile suggerisce qualità e attenzione al dettaglio. Sono state volutamente eliminate manopole, coperchi e controlli complessi, sostituiti da sensori ad infrarossi e telecomandi easy-to use. Lo scopo di Bang & Olufsen è di far comunicare ai prodotti lo spirito dell’azienda, sono prodotti caratterizzati da una personalità che permette al consumatore di sentirsi speciale. Si tratta di un’azienda che considera il valore percepito, definito dal design, fondamentale per l’identificazione e il fascino del prodotto, nonché per il riconoscimento dell’identità aziendale. I loro continui profitti e il successo ininterrotto negli anni dimostrano la validità del loro approccio.
di Giacomo Marchionni
Alessio è ormai da qualche tempo abitante della Svizzera, vorrei quindi portarlo a conoscenza di una curiosa storia che riguarda le origini della famosa azienda Swatch nata proprio nella nazione in cui risiede attualmente. Prima del 1975 la Svizzera aveva il monopolio della produzione mondiale di orologi, primato sostenuto dall’immagine di estrema qualità dei prodotti nazionali. Ma gli orologi elettronici, inventati negli USA e poi sviluppati in Giappone, portarono al fallimento i molte industrie svizzere di orologi. Disposti a tutto per una ripresa, i fabbricanti svizzeri iniziarono a collaborare, progettando insieme un orologio originale, accurato e notevolmente più sottile di quelli provenienti dai paesi dell’est asiatico, che si proponeva anche di essere competitivo nel prezzo. Ma l’aspetto più interessante è che essi escogitarono il concetto di “collezione”: una serie di prodotti tecnicamente identici, ma di differenti colori, texture, finiture e stile. Vennero commissionati ad artisti i progetti per un orologio o per una serie, e ciascuno di essi venne attribuito un nome. Nel 1989 l’immagine era definitivamente affermata e gli orologi Swatch divennero prodotti di successo. Questa operazione non solo allargò il mercato, ma incoraggiò i consumatori ad acquistare più di un orologio. Il marchio fino ad oggi a commercializzato oltre 1000 progetti con una sola innovazione tecnica.
di Giacomo Marchionni
Nel leggere la rivista D Casa (supplemento della Repubblica), mi sono piacevolmente soffermato su un articolo che tratta dell’esperienza di TYIN Tegnestue, un’organizzazione norvegese no-profit, che persegue scopi umanitari attraverso l’architettura sostenibile. Tale progetto ha generato la costruzione di sei capanne a Noh Bo, un piccolo villaggio thailandese al confine con la Birmania. Queste strutture offrono alloggio a 24 bambini e al personale che li assiste, sono chiamate capanne “farfalla” in base alla forma dei tetti che si aprono per ricevere luce e aria.
La TYIN si occupa da oltre un anno di progetti di riqualificazione sociale in Thailandia ed ha all’attivo la ristrutturazione anche di un orfanotrofio con annessa biblioteca e di un vecchio mercato nel rione Min Buri che era stato devastato da un incendio negli anni ’90.
Tutti i progetti sono all’insegna dell’eco-compatibilità ambientale: il bambù proviene dalle riserve locali ed è intrecciato secondo le antiche tecniche del luogo; materiali riciclati, come i vecchi pneumatici, risolvono problemi costruttivi e di isolamento dal terreno; soluzioni di architettura tradizionale creano spazi ariosi e confortevoli. I progettisti della TYIN dichiarano che: <>.
È successo in America, e dove poteva capitare una cosa del genere.
Una brava donnina timorosa del Dio di Abramo, ha deciso di preparare una frittata per pranzo. Ma una svolta scodellata, ha notato che su quella mistura di uova e grana, spiccavano le immagini di Cristo e della Madonna (stile pietà di Michelangelo). Sconvolta ha chiamato la figlia. ella non si è inginocchiata a pregare, ma ha scattato una bella foto e ha messo la reliquia in vendita su Ebay. Fortuna volle che un idiota era on-line e l’ha comprata per una cifra di poco al di sotto di 340 dollari.
Ora mi sorge spontanea una domanda: Chi e’ più idiota tra la donna che l’ha cucinata, quello che l’ha comprata ed io che ne faccio un post?
Prima le scarpe le tenevamo cosi’:
E francamente non era il massimo.
Allora il vostro eroe ha preso il bus ed e’ andato da otto’s e ha comprato una scarpiera. Il nostro era ignaro del fatto che l’imballaggio pesasse 35 Kg e che non fosse userfriendly (nel senso che non si poteva portare a braccio). Dopo circa 20 minuti e’ riuscito a raggiungere la fermata (normalmente ne bastano 3) e poi, quasi arrivato a casa, e’ stato aiutato dal buon cuore di un signore a cui ora devo la mia eterna riconoscenza. Dopo 2 ore di montaggio adesso la situazione e’ questa.
Meglio no?